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NATURA VIVA URBANA

I palazzi, i grattacieli originano dall’ emozione che provai nel vedere per la prima volta, in piena notte, la selva dei grattacieli newyorkesi dalla stanza del mio albergo. Quegli edifici mi trasmisero l’idea di un silenzio mistico, di nuovi templi, di un'umanità assente, inghiottita dalle solenni e prepotenti linee degli edifici.

    

Nel treno che mi portava, anch’esso di notte, da Belgrado a Trieste fui colpito da un’altra immagine, diversa ma complementare: l’interminabile distesa di grandi edifici popolari illuminati che si stendeva per chilometri appena fuori della stazione. Una foresta di quadrati di luci nella quale si intravedevano figure umane muoversi come in un acquario. Le case illuminate in lontananza hanno esercitato su me sempre un gran fascino, un’attrazione quasi avida. Mi sembrava di guardare ma, ad un tratto, ebbi la sensazione di essere guardato dalle centinaia di finestre buie ed illuminate. Esse parevano spiarmi invece d’essere da me spiate. Mi parve di percepire una casualità degli esseri umani, come prestati alla potenza geometrica delle strutture.

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Nell’uno e nell’altra esperienza gli edifici m’apparvero dotati di una autonoma, misteriosa forza che nulla aveva a che vedere con il loro uso e la loro utilità.

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